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Innatural

26 Novembre - 9 Gennaio, 2005
La Triennale di Milano, Milano

Innatural è il più recente ciclo di opere di Gian Paolo Barbieri dedicato a frammenti di natura tropicale, che da tempo costituisce uno dei temi caratterizzanti della sua ricerca fotografica, inseguita ai quattro angoli dell’emisfero australe, dal Madagascar alle Seychelles, dalla Polinesia all’Indonesia.

In mostra vengono proposte oltre cinquanta fotografie stampate in diversi formati e ottenute da negativi polaroid. La serie, che costituisce questa produzione, realizzata la scorsa estate alle isole Seychelles, è articolata per pezzi singoli, ma anche “dittici” e “polittici” e propone differenti variazioni sullo stesso soggetto, con una scelta che riflette la ricchezza di riferimenti del fotografo milanese, che rivolge costantemente il suo sguardo alla storia dell’arte.

Il suo sguardo è quello di un insaziabile cultore dell’effetto, un abilissimo creatore di composizioni tanto raffinate quanto artificiali, che celebrano il dettaglio e ne valorizzano ogni impercettibile minuzia, ma che al tempo stesso ne smentiscono ogni possibile “verità”.

La natura di Gian Paolo Barbieri insomma non è naturale, anzi, è costruita come il più complicato dei set fotografici. Di fronte a una modella, un casco di banane, un pesce volante o un abito da sera, il suo atteggiamento non cambia. Per questo Innatural, per l’innaturalità che sta dentro la “sua” natura.

Gian Paolo Barbieri e’ conquistato dalla bellezza: la carnosità morbida di un petalo di orchidea, la tensione tagliente di una foglia, la texture grumosa di una roccia, sono esaltati dal suo originalissimo modo di vedere e dalla sua tecnica capace di distinguere anche piani molto ravvicinati, di costruire rilievi e approfondire contrasti tattili e cromatici. Si tratta per lo più di primi piani molto drammatici, che tendono ad ingigantire gli oggetti trasformandoli in presenze monumentali, che tendono ad escludere il paesaggio e anche l’uomo. Una scelta interessante e atipica per il fotografo milanese nel cui lavoro di moda la presenza umana e’ stata la più ricorrente.

Nato come fotografo di moda, celebre nel mondo per le sue immagini perfette, raffinatissime, uscite dall’obiettivo di chi conosce bene la luce, Barbieri vive la  fotografia come “continua ricerca, evoluzione, studio”. Per lui l’immagine è “una sensazione, una seduzione, uno spunto per l’immaginazione e un richiamo per il desiderio”.

Nel 1971 firma la prima campagna pubblicitaria realizzata per Pomellato, azienda che fin dalla sua nascita ha scelto l’occhio di grandi fotografi, e che all’inizio del suo percorso di comunicazione, ha utilizzato il bianco e nero per le sue campagne.

Sul filo dell’immaginazione e del desiderio, nasce la campagna fotografica Pomellato del 1989: una campagna che racconta un viaggio, con partenza dal porto di Genova e destinazione Caraibi, alla ricerca di suggestioni esotiche, di volti di un tropico più immaginato che ritratto, di una natura sognata, estatica, percorsa da fremiti di sensualità.

Ed è proprio questa campagna realizzata da Gianpaolo Barbieri per Pomellato che segna l’origine della sua ricerca fotografica e questa la ragione per cui insieme hanno pensato questa mostra, e il libro che ne è nato corredato dai testi di Martina Corgnati e Giusi Ferrè, realizzati in collaborazione con Contrasto.

Tutto ha inizio da lì, e con un’immagine tratta da quella serie si aprono la mostra e il libro.

Innatural è il lavoro in assoluto più pittorico mai realizzato da Barbieri: nell’uso discreto e attento del colore, nella sensibilità per la consistenza delle cose, nel ricorso frequente ad animali e dettagli, una lucertola, un insetto, dal sapore simbolico, che richiamano le nature morte cinque e seicentesche, e soprattutto nell’irresistibile attrazione per un’impossibile natura originaria che già Gauguin aveva inseguito, trascinato dal miraggio di un’ispirazione senza cultura.