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STORYBOARD

21 Novembre - 22 Dicembre, 2017
CAMERA CHIARA - Parolini Lab, Milano

“StoryBoard” Gian Paolo Barbieri

Una fotografia che sappia essere osservata, goduta, apprezzata, analizzata diventa un’opera degna di entrare nella memoria collettiva. Per arrivare a tanto, tuttavia, è dovuta passare attraverso un lungo cammino creativo che parte dall’idea o dell’intuizione del fotografo, prosegue con l’allestimento del set, la preparazione di soggetti, l’esecuzione tecnica della ripresa, le varie fasi della stampa, il suo utilizzo sulle pagine delle pubblicazioni che i lettori poi sfoglieranno. E’ un percorso affascinante nel suo procedere, ben noto agli addetti ai lavori ma poco conosciuto dal grande pubblico. Questa è la ragione per cui lo spazio espositivo La Camera Chiara ha deciso, presentando una mostra  di Gian Paolo Barbieri, di non limitarsi ad esporre alcune sue celebri opere ma di rivelarne l’origine accostando alle fotografie pregevolmente stampate i layout disegnati a mano dall’autore stesso, le polaroid di prova, i provini a contatto degli scatti realizzati fra i quali uno solo è stato prescelto, le riviste originali su cui le immagini sono state pubblicate. Accompagna il tutto una selezione dei libri più importati realizzati da Gian Paolo Barbieri che i visitatori potranno sfogliare per apprezzarne la poetica. “Storyboard”, questo è il titolo della mostra, vuole essere anche un omaggio al mondo della fotografia chimica perché tutte le opere esposte sono state realizzate su pellicola in bianconero e a colori, negativa, invertibile, polaroid.

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Senso dell’armonia, gusto della bellezza, perfezione formale: tutto questo è Gian Paolo Barbieri.L’esposizione qui proposta indica il percorso creativo di un grande fotografo attraverso gli appunti, i disegni, i provini a contatto, le prove di stampa che costituiscono le tappe che condurranno alla creazione della impeccabile fotografia che costituisce il punto di arrivo, quella che noi conosciamo.

Sono qui esposte opere diverse realizzate fra il 1968 e il 2008 che spaziano dalla fotografia di moda al ritratto fino all’indagine su mondi lontanissimi da quello delle passerelle, delle sfilate, della pubblicità.

Comunque sia, tutte le immagini, sia quelle in bianconero che a colori, sono tutte rigorosamente frutto di procedimenti chimici e scattate su pellicole negative o invertibili nei formati 120 e 135 oltre a quella a sviluppo immediato Polaroid.

In fotografia il procedimento tecnico deve essere rigoroso e preciso, tuttavia la deviazione dalla norma che Barbieri così spesso ha perseguito può costituire, attentamente guidata com’è, proprio il nucleo creativo dell’immagine finale.  

Il metodo del fotografo milanese era costituito dal desiderio di dar corpo a un’idea pellicola dopo pellicola: il risultato finale era così sempre la sua visione.

Un dato che si ritrova perfino nella sua abilità nel riconoscere l’immagine giusta sul contatto, nel taglio, nella stampa: la precisa volontà di imporre una visione personale all’interno di un procedimento meccanico.

– Daniela Parolini